venerdì 3 luglio 2015

Franz Kafka e le "possibilità" della scrittura


"Quando io dico una cosa, essa perde subito e definitivamente la sua importanza; quando la scrivo la perde lo stesso, ma talvolta ne acquista una nuova "

 


Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) è stato uno scrittore austro-ungarico,  ritenuto una delle maggiori figure della letteratura del XX secolo.
Il senso di smarrimento e di angoscia di fronte all'esistenza, caricano la sua opera di contenuti filosofici che hanno stimolato l'esegesi della sua opera
Secondo alcuni critici Kafka, come ogni autore allegorico, rappresenta una vicenda per "dire altro"; ma questo "altro" resta indecifrabile e dunque indicibile
Aveva compiuto studi giuridici e si era pure laureato in giurisprudenza ma la sua passione letteraria, che vedeva l'opposizione del padre, lo costrinse a scrivere solo nel tempo libero.
La sua prima opera fu "descrizione di una battaglia" e dal 1910 iniziò a tenere i suoi "Diari"
Kafka pubblicò solo qualche racconto durante la sua vita. 
Prima di morire, diede istruzioni al suo amico Max Brod di distruggere tutti i suoi manoscritti e di assicurarsi che non avrebbero mai visto la luce del sole. Brod non seguì le istruzioni di Kafka e curò la pubblicazione della maggior parte dei suoi lavori, che presto attrassero l'attenzione della critica.
Di notevole interesse per la comprensione dei suoi scritti è la convinzione di Kafka che il destino dell’uomo sia sempre e comunque nelle mani di forze imperscrutabili e beffarde, imprevedibili e ingannevoli. L'inganno sarebbe anzi l'unico principio ordinatore che l'uomo possa conoscere: sarebbe l'unica "Legge" dietro cui si cela Dio

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