domenica 3 aprile 2016

Autopromozione: perchè non funziona

L’ambito dell’autopromozione è stato uno degli ambiti più esplorati degli ultimi vent’anni, all’interno del quale si applicano regole valide per ogni azienda, personaggio pubblico e libero professionista.
Il brand e l'immagine sono cose importantissime per un’azienda ma anche per leader e managers. 
In quella parola, e nella notorietà correlata si racchiude tutto quello che serve per sapere chi è, che sensazioni ci trasmette e cosa potremmo fare insieme a quella persona o a quella azienda
Per costruire un brand servono introspezione, metodo, tempo e continuità. E non è poi detto che quel brand sia comunque vivo, conosciuto e percepito per quello che veramente è o vuole essere.
Molti manager poi non sono neppure consapevoli di essere un brand per se stessi, la loro azienda, i loro collaboratori, i clienti, i fornitori e tutti gli stakeholder.  
Talvolta si confonde l'autopromozione con il “personal branding” (termine coniato da Tom Peters) che sostanzialmente, vuol dire “fare marketing di se stessi”.
Cosa significa fare personal branding? Significa far sapere al mondo di esistere e di fare cose di cui si è capaci davvero.
Personal branding però non è autopromozione. Non si tratta di vendere un prodotto o se stessi.
Fare personal branding vuol dire farsi conoscere e mostrarsi per quel che si è dando luce alle proprie capacità.
Quello però che danneggia di più sono gli errori che spesso si commettono quando si tenta di fare pubblicità a se stessi.
A dispetto della regola fondamentale che impone che l’autopromozione  sia sempre contenuta,  chi si fa pubblicità da solo spessissimo esagera senza rendersi conto il sovraccarico di promozione, oltre ad essere del tutto inutile, rischia addirittura di diventare dannoso e di allontanare le persone collegate a noi.
Per i più capaci e preparati, per le personalità di spicco, per i grandi progetti l’autopromozione non dovrebbe quasi esistere perchè il consolidamento della reputazione dovrebbe venire dai contenuti di valore che fanno in modo che si venga riconosciuti dagli altri e seguiti per quello che si fa.
Bisogna poi non sottovalutare un altro fenimeno comune ovvero il rifiuto dell’autopromozione da parte del pubblico intesa come pratica grezza e sterile di cantare le proprie lodi.
Fare Brand di se stessi non significa mostrare quanto si è bravi, ma comunicare il proprio valore e l’utilità che il proprio lavoro può avere per gli altri
Nonostante tutto questo soprattutto in Rete è facile trovare persone che, quasi in linguaggio aziendale, affermano quanto sono bravi, unici, migliori,o aziende che offrono servizi o beni ma anche sconti e promozioni in modo incontrollato. Quello che conta, per promuovere se stessi, è la voce personale dell’individuo per cui se proprio non riusciamo a fare a meno di fare autopromozione, cerchiamo di mostrare il lato migliore, attraverso il nostro punto di vista e la nostra personalità.

A tal proposito i consigli di James Thomas si rivelano interessanti ed utili:
  • Be Unique
  • Be Relevant
  • Be Consistent
  • Stay Fresh
  • Use Social Proof
  • Make Connections Stay on the Radar
  • Don’t Overdo It
  • Make a Splash
  • Create Personal Work
In alternativa, facciamo in modo che siano gli altri a parlare, scrivere di noi e a promuovere quello che facciamo o siamo: Scrivo Di Te

Per approfondire:
Promuovere il brand
Trasformare la mission in prestigio
Risposte a potenziali clienti