lunedì 31 marzo 2014

Segreti per scrivere la tua storia. Porre l'accento

Porre l'accento su qualcosa è un modo di dire e vale a mettere bene in evidenza, sottolineare l'importanza di qualcosa.
Scrivere la storia è un modo per porre l'accento sulla propria vita, sul proprio percorso.
Una buona storia è tale non soltanto per i suoi contenuti ma innanzitutto per la forma in cui è scritta.
Nel percorso che www.scrivodite.it offre ai suoi lettori e ai potenziali scrittori abbiamo già pubblicato alcuni suggerimenti (scrivodite.blogspot.com) che possono essere utili nella redazione di un testo
Oggi diamo una sguardo all'ortografia e analizziamo cosa vuol dire "porre l'accento" in questo campo.
In italiano l’➔accento grafico assolve a molteplici scopi.
Nella scrittura a mano l’accento ha spesso forma semicircolare, mentre la stampa prevede tre diversi accenti: l’acuto ‹´›, il grave ‹`› e, di uso più raro, il circonflesso ‹^› per doppia i o j in fine di parola: principî, studî.
Quando l'accento è posto sulle vocali ‹a›, ‹i›, ‹u›, per convenzione, è sempre grave: libertà, colibrì, virtù, ecc. .
 
questioni di accenti

Nel caso di ‹e› e ‹o› l’accento grave indica il timbro aperto del fonema corrispondente, come in caffè o però; mentre l’accento acuto indica il timbro chiuso, come in perché o nell’interiezione romanesca ahó (non ci sono parole italiane uscenti in ‹ó›).
Quanto ai possibili errori, va posta attenzione praticamente solo alla distinzione tra -è ed -é (quest’ultimo limitato a qualche francesismo, adattato e no, e ai composti con -che: perché, benché, affinché, e così via).
Da ultimo, va segnalato come l’accento possa essere impiegato a sproposito su parole che debbono esserne prive: qui/qua e non qui/quà (ma e ); su e non (ma giù e lassù); fa e non (entrambi da non confondere con fa’ imperativo); va e non (entrambi da non confondere con va’ imperativo); sta e non stà (entrambi da non confondere con sta’ imperativo).
Da: Treccani, www.scrivodite.it

Per farci pervenire i vostri commenti o suggerimenti oppure per richieste specifiche ai nostri consulenti:http://www.scrivodite.it/contatti.html

venerdì 28 marzo 2014

Scrivere la felicità o la felicità di scrivere?

Se si chiede ad uno scrittore cosa lo spinge a scrivere molto probabilmente risponderà che lo fa perchè lo rende felice.
Ci sono però anche scrittori che ritengono che scrivere di felicità sia rischioso perchè il pubblico non ama osservare la felicità altrui.
Ma come si scrive la felicità ?
Quali parole possono essere tanto rappresentative di un "sentire" così personale ?
Noi http://www.scrivodite.it/chi-siamo.html ci siamo proposti un obiettivo: trovare parole nuove o nuove combinazioni di parole per la migliore espressione di un messaggio, e tu?
Quali parole o forme di espressione utilizzi per scrivere la felicità?
Che ne pensi di questa?
scrivere la felicità 
Attendiamo i tuoi commenti: scrivodite.blogspot.com
saluti dallo staff di scrivodite.it



lunedì 24 marzo 2014

Segreti per scrivere la tua storia: scrivere bene

Chi meglio del protagonista può scrivere la propria storia?
Nessuno, più di chi l'ha vissuta, può realizzare la narrazione di una vita o di una vicenda.
E' chiaro che qualsiasi scrittore potrebbe aver bisogno e in alcuni casi dovrebbe affidare a professionisti la correzione della bozza o del manoscritto ma è lo stesso autore la persona più adatta al compito.
Imparare a farlo è una lezione di consapevolezza.
Innanzitutto e' importante conoscere gli errori più comuni che si commettono e provare ad evitarli.
Scrivere bene è l'esigenza principale di ogni scrittore ma magari non tutti sono disponibili a trascorrere ore a studiare le regole grammaticali prima di scrivere.
D'altro canto però non è utile dover soffermarsi sulla costruzione di frasi che invece dovrebbero risultare semplici.
Per questo di seguito offriamo semplici indicazioni su ciò che è utile sapere per realizzare al meglio il tuo compito.
scrivere bene


1. Prendi una pausa
Abbandona ciò che hai scritto per un momento - un'ora, un giorno, una settimana - e riprendilo quando il cervello sarà riposato
2. Leggi ad alta voce quello che hai scritto
potrai scoprire errori, parole ripetute e cose da eliminare o aggiungere
3. Cerca di eliminare le parole generiche
Si tratta di parole che usiamo comunemente.
Scegli sempre parole che abbiamo maggiore efficacia per esprimere un concetto o un' emozione
 4. Abbrevia le frasi
Rileggi ciascuna frase e vedi quante parole puoi tagliare via.
5. Non trascurare le virgole
C'è grande differenza tra " andiamo a pranzo babbo" e "andiamo a pranzo, babbo"

Impegnarsi a scrivere può diventare difficoltoso ma applicando queste semplici regole molti problemi potranno essere evitati.
Comincia da queste prime indicazioni per migliorare la tua tecnica e continua a seguirci.
Puoi approfondire con altri suggerimenti su scrivodite.blogspot.com
oppure contattando i nostri consulenti: www.scrivodite.it

E tu, quali tecniche utilizzi per scrivere bene?
Condividi i tuoi suggerimenti con noi e i nostri lettori





giovedì 20 marzo 2014

Segreti per scrivere la tua storia: iniziare

Hai mai pensato di scrivere una storia, non una storia qualsiasi ma la tua?
Forse ci hai pensato
Nel nostro blog  scrivodite.blogspot.com troverai vari consigli che potranno esserti utili
E  quello di oggi è il seguente:
"L'importante è iniziare"
iniziare a scrivere

Se vorrai, oltre questi consigli, hai la possibilità di confrontarti con dei veri professionisti anche al solo fine di superare perplessità ed affrontare con maggiore serenità il compito che ti sei dato.
Ti offriremo parole e nuovi modi per elaborare i tuoi messaggi.
Potrai conoscerci ed incontrarci consultando il sito: www.scrivodite.it.
Nel frattempo ti auguriamo buon lavoro


martedì 18 marzo 2014

I segreti per scrivere la tua storia

Vuoi scrivere la tua storia o la tua biografia?
Vuoi scrivere qualcosa di te da consegnare alla memoria?
Forse hai già sognato di scrivere di te ma non hai mai saputo da dove iniziare?
Forse hai avuto dubbi sul fatto di essere capace di scrivere?
O forse hai pensato che non ci fosse nulla di importante da raccontare nella tua storia.
I professionisti di www.scrivodite.it potranno fornire le risposte a queste domande ma soprattutto aiutarti a creare un modello che ti consentirà di scrivere la tua storia
segreti di scrittorewww.scrivodite.it

sabato 15 marzo 2014

Idi di marzo: data storica diventata un modo di dire

"Guardati dalle idi di marzo" è il modo di dire per mettere in guardia qualcuno da un pericolo imminente che lo minaccia.
La sua origine è collegata ad un fatto storico di grande importanza avvenuto il 14 marzo del 44 a.C.


Le Idi di marzo (in latino Idus Martii) è il nome del 15 marzo nel calendario romano.
Il termine idi era utilizzato per il 15º giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, e per il 13º degli altri mesi.
Le idi di marzo erano un giorno festivo dedicato al dio della guerra, Marte.
Il termine viene utilizzato per indicare l’'assassinio di Gaio Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo), ad opera di un gruppo di circa sessanta senatori i quali si consideravano custodi e difensori della tradizione ed erano contrari a ogni forma di potere personale
uccisione di Giulio Cesare di Vincenzo Camuccini


Per alcuni divenne il simbolo della giusta uccisione di un tiranno, per salvare le istituzioni della repubblica
Per altri Bruto e Cassio diventarono il simbolo del tradimento (Dante, nel XXXIV canto dell’Inferno, li sprofonda più in basso possibile, nella bocca di Satana insieme a Giuda).
Ma la data delle idi di marzo è rimasta come simbolo di una data tragica e attesa legata al potere, vista la leggenda, raccontata già dagli storici antichi e ripresa da Shakespeare, che la morte di Cesare gli fosse stata preannunciata da un indovino proprio per le idi di marzo.

Secondo Plutarco, Cesare era stato avvisato del pericolo ma non aveva preso in considerazione tali avvertimenti:
« Cosa ancor più straordinaria, molti dicono che un certo veggente lo preavvisò di un grande pericolo che lo minacciava alle idi di marzo, e che quando giunse quel giorno, mentre si recava al Senato, egli chiamò il veggente e disse, ridendo, "Le idi di marzo sono arrivate"; al che egli rispose, soavemente, "Sì; ma non sono ancora passate" »
Giulio Cesare

I congiurati morirono tutti di morte violenta.
Morirono uccisi in battaglia, suicidandosi o venendo assassinati:
  • Caio Cassio Longino suicida a Filippi 42 a.C.
  • Marco Giunio Bruto suicida a Filippi 42 a.C.
  • Decimo Bruto Albino ucciso in Gallia per ordine di Antonio 43 a.C.
  • Caio Servilio Casca Longo ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Publio Servilio Casca Longo ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Caio Trebonio ucciso in Asia 43 a.C.
  • Lucio Tullio Cimbro ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Sesto Nasone, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Quinto Ligario, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Minucio Basilio, assassinato nel 43 a.C.
  • Rubrio Ruga, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Ponzio Aquila, ucciso nell’assedio di  Mutina 43 a.C.
  • Marco Spurio, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • I fratelli Cecilio Buciliano, fine ignota (probabilmente assassinati).
  • Antistio Labeone fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Cassio Parmense ucciso da Ottaviano  ad Atene
  • Petronio ucciso ad Efeso da Antonio nel 41 a.C.
  • Turullio ucciso da Ottaviano dopo Azio nel 31 a.C.
  • Galba, fine ignota (probabilmente assassinato). 
  • www.scrivodite.it

venerdì 14 marzo 2014

Parole dal significato non così scontato: CRISI

L'etimologia di crisi deriva senza dubbio dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare.
Nessuna valenza negativa quindi
L'ideogramma cinese che rappresenta la crisi è composto di due parole: pericolo e opportunità
crisi
 Ma uno dei più grandi pensatori dei nostri tempi, Albert Einstein, è stato colui che ci ha dato una mirabile definizione della crisi e del suo significato:
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere "Superato".
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

la crisi secondo Einstein
Il suo grande esempio è un monito a fare attenzione al significato che si attribuisce alle parole

giovedì 13 marzo 2014

Tra Al di là e Aldilà tertium non datur

AL DI LÀ O ALDILÀ?
In casi come questo non esiste una norma generale che regoli la scelta tra la grafia con ➔univerbazione e la grafia separata. Nell’uso, tuttavia, è invalsa una distinzione tra:
al di là, con grafia separata, si usa con valore di ➔locuzione avverbiale o preposizionale
al di là del confine
aldilà, con grafia univerbata, si usa in funzione di sostantivo maschile (con il valore di ‘oltretomba’, ‘vita dopo la morte’)
L’aldilà resta un mistero per ognuno di noi.
Storia
La locuzione al di là è rifatta sul francese au-delà. La forma italiana tradizionale è di là da, oggi ancora possibile come alternativa più elegante, ma di fatto poco usata, se non nella frase di là da venire.
Da Treccani
aldilà che non esiste
www.scrivodite.it

Parole dal mondo della musica

"Non ho altro da offrirti, solo le mie #parole.
Rivendica il #diritto ad essere #felice,
non dar retta alla #gente non sa quello che dice
e non aver #paura ma non ti fidare
se il #gioco è troppo facile avrai qualcosa da pagare........."


Parole dal mondo della musica a cura di www.scrivodite.it

Tratte da In Viaggio di Fiorella Mannoia



 

martedì 11 marzo 2014

L'ispirazione, quella che ci porta a metter su foglio i nostri pensieri, è qualcosa di prezioso anche solo perché ci appartiene.
Troppe volte poi subentrano pensieri e dubbi che frenano il desiderio che fino a poco prima ci aveva animato.
Allora ripensiamo a quelle parole e spesso le troviamo non adatte, oppure ci chiediamo cosa penserebbe di noi il destinatario.
Ed è così che tante lettere, tanti messaggi, non vengono più inviati.
Forse non sarebbe sbagliato recuperare l'ispirazione........
www.scrivodite.it


ispirazione che ci abbandona

domenica 9 marzo 2014

Riparare le "rotture" e recuperare storie e bellezza

Come la fragilità può sottolineare la storia delle cose ed esaltarne la bellezza.

Lo sapevi che in Giappone quando si riparano le ceramiche rotte,
non si nasconde il danno ma lo si sottolinea,
riempiendo d'oro le linee di frattura?
la riparazione del danno
Perché credono che quando una cosa
ha subito un danno e ha una storia,
diventi più bella
F. Ozpetek
www.scrivodite.it

giovedì 6 marzo 2014

Chiedere scusa. Perchè? Come?


I'm sorry


Chiedere scusa, scrivere un messaggio o una lettera di scuse.
E' di sicuro l'ultima cosa che vorremmo fare.
Se abbiamo alzato la voce, se abbiamo utilizzato parole grosse è perché avevamo le nostre ragioni.
Ragioni sacrosante eppure ci sono casi in cui quelle stesse parole, una volta diffuse, possono crearci una forte ansia e timore o forse possono pregiudicare un rapporto di amicizia, di lavoro, professionale.
E poi ci sono casi in cui quelle parole seppure non offensive possono essere state interpretate come tali da qualcuno e quindi farci rischiare conseguenze spiacevoli, nei casi estremi, anche penali
Cosa rimediare dunque?
Innanzitutto convincendoci che chiedere scusa non significa necessariamente perdere o svilire noi stessi.
Saper chiedere scusa significa avere la capacità di sapere riconoscere i nostri errori e assumerne la responsabilità.
Saper chiedere scusa significa non rinunciare alle nostre opinioni ma esprimerle nella maniera più giusta.
Saper chiedere scusa significa sapere usare le parole giuste perché le scuse siano accettate e perché noi possiamo continuare a difendere le nostre ragioni.

mercoledì 5 marzo 2014

A cosa serve la parola..... e il pensiero e la verità

ennio flaiano

Dire no - Il potere del rifiuto

Nasceva  a Pescara il 5 marzo Ennio Flaiano sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano

Non rispondere a inchieste, rifiutare interviste, non firmare manifesti, perché tutto viene utilizzato contro di te, in una società che è chiaramente contro la libertà dell'individuo e favorisce il malgoverno, la malavita, la mafia, la camorra, la partitocrazia, che ostacola la ricerca scientifica, la cultura, una sana vita universitaria, dominata dalla Burocrazia, dalla polizia, dalla ricerca della menzogna, dalla tribù, dagli stregoni della tribù, dagli arruffoni, dai meridionali scalatori, dai settentrionali discesisti, dai centrali centripeti, dalla Chiesa, dai servi, dai miserabili, dagli avidi di potere a qualsiasi livello, dai convertiti, dagli invertiti, dai reduci, dai mutilati, dagli elettrici, dagli studenti bocciati, dai pornografi, poligrafi, truffatori, mistificatori, autori ed editori.
Rifiutarsi, ma senza specificare la ragione del tuo rifiuto, perché anche questa verrebbe distorta, annessa, utilizzata.
Rispondere: no.
Non cedere alle lusinghe della televisione.
Non far crescere i capelli, perché questo segno estremo ti classifica e la tua azione può essere neutralizzata in base a questo segno.
Ennio Flaiano
Non cantare, perché le tue canzoni piacciono e vengono annesse.
Non preferire l'amore alla guerra, perché anche l'amore è un invito alla lotta.
Non preferire niente.
Non adunarti con quelli che la pensano come te, migliaia di no isolati sono più efficaci di milioni di no in gruppo. Ogni gruppo può essere colpito, annesso, utilizzato, strumentalizzato.
Alle urne metti la tua scheda bianca sulla quale avrai scritto: No. Sarà il modo segreto di contarci.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.

Ennio Flaiano
 
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/tempi-moderni/frase-151428?f=a:257>

martedì 4 marzo 2014

Maschera: una parola tra realtà e finzione

La maschera si indossa per ricoprire l'intero viso o solamente gli occhi.
Utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi , ma la si ritrova anche nelle rappresentazioni teatrali o in feste popolari come il carnevale.
Incerto l'etimo della parola: una prima ipotesi lo vorrebbe di origine preindoeuropea, da mascafuliggine, fantasma nero»).
Una seconda ipotesi, lo deriverebbe dal latino tardo e medievale màsca, strega.
Dal significato originale si giunge successivamente a quello di fantasma, larva, aspetto camuffato per incutere paura.
L'evoluzione linguistica portò probabilmente all'aggiunta di una ‘r' facendo assumere al termine la forma dapprima di mascra e successivamente di mascara.
Alcuni studiosi hanno suggerito una derivazione dell'etimo dalla locuzione araba maschara o mascharat, buffonata, burla, derivante dal verbo sachira, deridere, burlare, importata nel linguaggio medievale dalle crociate
Assai conosciute e popolari sono le maschere collegate al carnevale:

Arlecchino è una delle due maschere di Bergamo; rappresenta un personaggio scansafatiche, dal carattere leggero, ma dotato di grande astuzia.
Arlecchino


IL dottor Balanzone, maschera bolognese, è il simbolo della giustizia e il suo nome deriva proprio dalla “balanza”, ovvero la bilancia simbolo di giusta imparzialità. Personaggio brontolone, ma allo stesso tempo colto e saggio, parla tanto senza concludere niente.
 
 
 
Brighella, di Bergamo, personaggio sempre affaccendato, in affari più o meno leciti; lesto di pensiero, è sempre pronto a ingannare il prossimo e a raccontare bugie
pantalone
Colombina. Maschera veneziana dal carattere civettuolo, è vanitosa, astuta, maliziosa e abile nel districare le matasse più intricate. E' la fidanzata di Arlecchino.
 
Di Torino è Gianduia, il cui nome non può che derivare dal famoso cioccolatino “gianduiotto”. Amante del buon vino e della buona tavola, ha una personalità allegra e piacevole. 
 
Pantalone, altra maschera nativa di Venezia è avaro lussurioso, incontentabile, vizioso e incarna il vecchio mercante predatore di cortigiane e giovani innamorate. Il suo nome deriva da “Pianta Leone” ovvero coloro che, con la scusa di conquistare nuove terre per Venezia, piantavano la bandiera di San Marco su ogni terra che trovavano. 
 
 Pulcinella nativo di Napoli, è la maschera popolare per eccellenza.. E' fannullone, birbante, pazzerello, ama mangiare, bere e il dolce fare niente. 
 

domenica 2 marzo 2014

Pausa: l'importanza di un intervallo tra parole e suoni

La riflessione è la base della civiltà “per eccellenza”.
Non c’è civiltà senza riflessione, e non c’è riflessione senza pause. C.G. Jung

E' pausa l'intervallo di silenzio che si fa parlando, leggendo o recitando.
In musica rappresenta la cessazione, di durata variabile, del suono o del canto.
Per i suoi effetti positivi sulla creatività, l'apprendimento e la psicologia è importante sapere, ogni tanto, concedersi una pausa

intervalli di benessere

sabato 1 marzo 2014

Caro amico ti scrivo. Omaggio a Lucio Dalla




"La morte è solo la fine del primo tempo". Lucio Dalla


Caro amico ti #scrivo così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti #scrivero'

Parole: adesso è il tempo per dirle

Non c'è pensiero che non si traduca in parole.
Almeno nella nostra mente.
E poi c'è l'esitazione che frena l'ispirazione.
Nel tempo breve che ci è dato l'importante è che essa non annulli l'espressione autentica

il tempo delle parole