sabato 15 marzo 2014

Idi di marzo: data storica diventata un modo di dire

"Guardati dalle idi di marzo" è il modo di dire per mettere in guardia qualcuno da un pericolo imminente che lo minaccia.
La sua origine è collegata ad un fatto storico di grande importanza avvenuto il 14 marzo del 44 a.C.


Le Idi di marzo (in latino Idus Martii) è il nome del 15 marzo nel calendario romano.
Il termine idi era utilizzato per il 15º giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, e per il 13º degli altri mesi.
Le idi di marzo erano un giorno festivo dedicato al dio della guerra, Marte.
Il termine viene utilizzato per indicare l’'assassinio di Gaio Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo), ad opera di un gruppo di circa sessanta senatori i quali si consideravano custodi e difensori della tradizione ed erano contrari a ogni forma di potere personale
uccisione di Giulio Cesare di Vincenzo Camuccini


Per alcuni divenne il simbolo della giusta uccisione di un tiranno, per salvare le istituzioni della repubblica
Per altri Bruto e Cassio diventarono il simbolo del tradimento (Dante, nel XXXIV canto dell’Inferno, li sprofonda più in basso possibile, nella bocca di Satana insieme a Giuda).
Ma la data delle idi di marzo è rimasta come simbolo di una data tragica e attesa legata al potere, vista la leggenda, raccontata già dagli storici antichi e ripresa da Shakespeare, che la morte di Cesare gli fosse stata preannunciata da un indovino proprio per le idi di marzo.

Secondo Plutarco, Cesare era stato avvisato del pericolo ma non aveva preso in considerazione tali avvertimenti:
« Cosa ancor più straordinaria, molti dicono che un certo veggente lo preavvisò di un grande pericolo che lo minacciava alle idi di marzo, e che quando giunse quel giorno, mentre si recava al Senato, egli chiamò il veggente e disse, ridendo, "Le idi di marzo sono arrivate"; al che egli rispose, soavemente, "Sì; ma non sono ancora passate" »
Giulio Cesare

I congiurati morirono tutti di morte violenta.
Morirono uccisi in battaglia, suicidandosi o venendo assassinati:
  • Caio Cassio Longino suicida a Filippi 42 a.C.
  • Marco Giunio Bruto suicida a Filippi 42 a.C.
  • Decimo Bruto Albino ucciso in Gallia per ordine di Antonio 43 a.C.
  • Caio Servilio Casca Longo ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Publio Servilio Casca Longo ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Caio Trebonio ucciso in Asia 43 a.C.
  • Lucio Tullio Cimbro ucciso a Filippi 42 a.C.
  • Sesto Nasone, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Quinto Ligario, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Minucio Basilio, assassinato nel 43 a.C.
  • Rubrio Ruga, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Ponzio Aquila, ucciso nell’assedio di  Mutina 43 a.C.
  • Marco Spurio, fine ignota (probabilmente assassinato).
  • I fratelli Cecilio Buciliano, fine ignota (probabilmente assassinati).
  • Antistio Labeone fine ignota (probabilmente assassinato).
  • Cassio Parmense ucciso da Ottaviano  ad Atene
  • Petronio ucciso ad Efeso da Antonio nel 41 a.C.
  • Turullio ucciso da Ottaviano dopo Azio nel 31 a.C.
  • Galba, fine ignota (probabilmente assassinato). 
  • www.scrivodite.it

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