Marano: governare, “mission impossible”. Parola di sindaco
— 9 luglio 2015, 10:00
Quanto è difficile fare il
sindaco oggi, considerando che sono sempre di più i vincoli e le
restrizioni che rendono l’attività di amministrazione del primo
cittadino una corsa ad ostacoli? E’ una missione quasi impossibile. Un
Decreto Legge del 2014, poi convertito in legge, (la 89/2014) impone
alle amministrazioni pubbliche di ridurre da 90 a 60 i giorni utili per
effettuare il pagamento dei loro fornitori. Se ne parla in diretta in
questi momenti a Radio CRC, nel consueto spazio sattimanale che
l’emittente riserva al COmune di Marano.
“E’
una legge importante, – dichiara il sindaco di Marano Angelo Liccardo-
,varata per limitare i danni che possono derivare a fornitori ed imprese
dal mancato riconoscimento dei propri crediti” Immaginabile anche la
conseguente ricaduta su tutta la filiera dell’economia (bilanci delle
società, investimenti, carenza di liquidità, inadempienze contrattuali
delle imprese verso i propri dipendenti e fornitori). Tra le sanzioni da
applicare obbligatoriamente verso le Amministrazioni che “sforano”
questo tetto, vi è il divieto a poter procedere all’assunzione di
personale a qualunque titolo, compreso i rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa, o di somministrazione. “L’impossibilità per
un Comune di procedere a qualunque tipo di assunzione, -continua uil
sindaco- gli impedisce di portare avanti i propri piani di sviluppo, non
potendo disporre dei dipendenti di cui ha bisogno e rinunciando a
competenze e professionalità indispensabili per l’amministrazione della
macchina amministrativa. Quello che viene invece recepito dai cittadini è
l’immagine di una amministrazione apatica ed inefficiente, incapace di
fare le scelte più elementari per la gestione del bene pubblico”. In
realtà, un sindaco poco può per sfuggire a questa spada di Damocle che
gli pende sul capo. Ma ciò nonostante non mancano le buone notizie Il
lavoro e la perseveranza comunque pagano. C’è un’iniziativa della
Regione Campania che si chiama PIU EUROPA: è il Programma di Integrazione Urbana che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vivibilità delle città campane.
E’
l’opportunità per rifare strade, marciapiedi o recuperare borghi
storici o palazzi d’epoca per restituirli ai cittadini. “In questo
momento a Marano ci sono cinque cantieri aperti grazie a queste risorse –
dichiara al nostro giornale l’assessore Gennaro Ruggiero- sono tutti in
fase operativa. Quello dell’Asse Commerciale attraversa Marano partendo da Corso Umberto I, Via Merolla fino a Corso Europa.
Si lavora alla riqualificazione urbana, dell’illuminazione e degli
arredi urbani. Queste aree sono destinate a rendere area pedonale questi
percorsi, con particolare agio per persone a mobilità ridotta o
disabili. Un secondo cantiere del PIU Europa è quello del convento di Santa Maria degli Angeli,
dove sono in fase di restauro gli affreschi e ogni attività è vincolata
dalla Soprintendenza dei Beni Artistici ed Architettonici. Poi c’è il
cantiere di Palazzo Battagliese, una vasta costruzione
del Centro Storico per il quale abbiamo recuperato 330.000 € in extremis
per portare a termine i lavori”. Ma non sono tutte rose e fiori. “Per
la riqualificazione dell’area di Casalanno e vie
limitrofe l’inizio dei lavori è ancora in forse in quanto la Stazione
Unica Appaltante, l’organismo del Ministero deputato a sorvegliare
l’inizio dei lavori ci aveva dato certezza che i lavori sarebbero stati
appaltati in sessanta giorni. Sono passati sei mesi ed ancora non è
avvenuto. Il rischio è che se i lavori non venissero ultimati entro il
31 ottobre prossimo, il termine ultimo per tutti i cinque cantieri, i
costi ricadrebbero sulle finanze dell’amministrazione, che in questo
momento non può permettersi. Paradossale è anche il caso del Giardino dei Cinque Sensi,
un opera-parco di concezione avvenieristica. I lavori sono sospesi
perché non si riesce ad effettuare lo sgombero di un’occupante abusivo.
C’è stata la richiesta di intervento della forza pubblica per procedere.
Ma quando questo avverrà non possiamo saperlo”.